Con la circolare del 2 luglio 2021, n. 018399, la Guardia di Finanza ha illustrato le attività che partiranno nelle prossime settimane con la richiesta “a tappeto” di nomi e codici fiscali dei contribuenti per conto dei quali gli operatori finanziari (intermediari, banche, società di investimento, società di criptovalute, istituti di moneta elettronica, fiduciarie, società che erogano finanziamenti, società del gioco on line) e i professionisti (commercialisti, avvocati e notai) hanno concluso operazioni con l’estero. Le risposte devono essere fornite tra 15 e 30 giorni dalla ricezione del questionario, a seconda dell’entità delle richieste. Le sanzioni previste in caso di mancata risposta andranno dai 2.000 ai 21 mila euro per le società e da 250 a 2mila euro per le persone fisiche.

L’obiettivo della Guardia di Finanza è di rafforzare «gli strumenti di contrasto del fenomeni di illecito trasferimento e detenzione di attività economiche e finanziarie all’estero, consentendo di acquisire informazioni di rilevante interesse operativo relative a operazioni transfrontaliere dietro le quali possono celarsi condotte di evasione fiscale e altri illeciti collegati».

Le operazioni che la Guardia di Finanza vuole intercettare sono in particolare quelle sopra la soglia dei 15 mila euro (oltre la quale scatta il monitoraggio fiscale e cioè l’evidenza nel quadro RW dei proventi esteri).